FONDAZIONE IRMA ROMAGNOLI


la "curiosa storia" dell'Irma

L’Irma nasce a Medicina, un piccolo paese nella bassa emiliana, ai confini con la romagna, nell’ottobre del 1910.
Della sua infanzia ha sempre ricordato la miseria e la nonna che nelle fredde giornate d’inverno prima di andare a scuola le teneva le scarpe fra le sue mani per un po’ di tempo, e lei, con stupore, non capiva il perchè, eppure, per tutto il giorno i piedi non pativano il freddo. Solo molti anni dopo capirà il significato di quel gesto. Ancora adolescente, il padre, barbiere in una bottega in piazza maggiore a Bologna, decide di emigrare a Rosario in Argentina. Lei crescerà con la madre, la nonna e la sorella. Il padre non farà più ritorno in Italia. Inizia a frequentare una scuola per parrucchiera, e lo diventa. A venticinque anni già gestiva un negozio con due aiutanti nella piazza del paese. Poi si sposa, felicemente, con Duilio che come diceva spesso “ ho sempre amato ed è stato l’unico uomo della mia vita”.
Poi la guerra, le sirene le fughe precipitose nei rifugi, la paura. Alla fine degli anni quaranta decide col marito di andare in Argentina a cercare il padre. Lo trova. L’Irma apre un salone per parrucchiera nella piazza centrale di Rosario, il marito un’impresa edile. Diventa, il suo, il salone alla moda più importante di Rosario. Il salone si chiama “MOD” (abbreviazione del cognome del marito Modelli). Di quegli anni sereni e intensi ricorda che molte donne chiedevano espressamente di essere pettinate da lei perché si rilassavano mentre quelle che soffrivano di mal di testa uscivano alleviate nel dolore. Non si poneva il perché di questa richiesta delle sue clienti. Una volta, in un teatro durante una manifestazione di “curandero” (guaritori tradizionali), fu obbligata dalle amiche a salire sul palco, passarono dietro di lei e si fermarono a lungo, sentì un brivido lungo la schiena, poi le dissero: “senora usted tienes un poder in sus manos… lo usi per fare del bene.” Anche questo segno non venne preso in considerazione. Anni dopo accompagnando la sorella, che era venuta a trovarla, alle cascate dell’Iguazu, una signora di etnia Indi le si avvicinò e le ridisse la stessa frase “signora lei tiene un potere nelle sue mani, la usi per il bene”. Di nuovo non capiva cosa volessero dirle. Passano anni sereni, il padre muore ultra novantenne fra le sue braccia, colpito in testa violentemente da una pallonata mentre assistevano, a bordo campo, a una partita di calcio. Poi il marito si ammala e decidono di tornare in Italia. Lascia il suo salone ad un aiutante, Mariano, e torna in Italia a metà degli anni sessanta. Con i proventi delle sue attività compera due appartamenti in San donato a Bologna. Ne affitta uno agli studenti. Muore il marito, vive con un cagnolino di nome Dik e molti canarini. L’Irma non ha avuto figli. Affitta una stanza dell’appartamento in cui vive a due studentesse. Ogni giorno per anni e anni, nonostante i molti richiami dei vigili, porta da mangiare ai piccioni nel prato sottostante. I piccioni la riconoscono e l’aspettano ogni giorno. L’Irma ama gli animali e si preoccupa da sempre per i bambini (“loro non hanno nessuna colpa”) bisognosi. Un giorno incontra una vecchia amica, Elvira, con le mani doloranti, rattrappite e deformate dall’artrosi. L’Irma le racconta gli episodi di quando in argentina le dissero che teneva un potere nelle mani. Decidono, senza sapere come, di provarci. Ogni giorno l’Elvira va dall’Irma, lei gli mette le mani sopra le sue e chiacchierano. Giorno dopo giorno il dolore diminuisce, scompare e le dita riprendono la loro funzione. La voce si sparge e sempre più persone chiedono l’imposizione delle sue mani. Dopo alcuni anni decide di andare da Inardi, pranoterapeuta molto conosciuto, che le chiede di fare la prova di mummificazione del fegato. La prova riesce e le dice che è una pranoterapeuta con molta energia. Non soddisfatta e ancora incredula va a Milano, in un centro gestito da Ingegneri che dopo averla sottoposta a diversi test, le rilasciano un attestato di pranoterapeuta… potente!!! Si organizza con un’agenda, diversi medici le mandano clienti. Lei non chiede nulla per i suoi trattamenti espone un cartello con su scritto “nulla chiedo e nulla rifiuto”. Studente di medicina, abitavo in affitto con altri studenti nel suo appartamento di via Zacconi. Conobbi l’Irma un giorno in cui le portai i soldi dell’affitto e rimasi profondamente colpito dalla sua tenacia, intelligenza e umanità. Mi raccontò che da alcuni anni faceva la pranoterapeuta, e comunque continuava a stupirsi che la gente andasse da lei e soprattutto che ne trovasse beneficio. Era il 1974 e da allora ci ha unito un forte sentimento di stima, rispetto e amicizia. Andavo da lei più volte alla settimana e mi stordiva con l’energia delle sue mani e con fiumi di parole, raccontandomi i momenti più importanti della sua vita. Parlava, parlava…. “ non riesco a stare zitta - diceva - non so dove mettere tutta questa energia, e mi sembra che parlando stia meglio” e intanto mi teneva le mani sopra la testa, e io, nervoso di costituzione, mi rilassavo. Ho imparato dalla sua vita che ci sono tanti modi diversi per aiutare la gente, ho imparato che non solo i farmaci ma anche l’energia può curare e che aiutare chi ha bisogno è una virtù che va coltivata. Siamo andati in vacanza, in crociera, al cinema, ai pranzi di Natale in famiglia, a fare lunghe passeggiate verso la fiera, siamo
stati legati da un forte sentimento che ancora adesso, quando ci penso mi addolcisce il cuore. In tutti questi anni l’Irma ha aiutato con la “forza” delle sue mani, con le parole e coi gesti di un’antica saggezza, uomini donne bambini e a volte anche gatti, cani e canarini. Amava la musica classica, leggere i libri di Selezione, camminare a piedi, fare donazioni a centri di raccolta di animali e associazioni che aiutano i bimbi disagiati. Fino all’età di ottantasette anni ha praticato la pranoterapia, e fino all’ultimo le sue mani, dopo un’applicazione, diventavano rosse e bollenti.
Muore a novantasei anni e lascia un testamento olografo in cui dispone che buona parte dei suoi averi servano per creare una fondazione che aiuti i bambini bisognosi, gli animali, e la ricerca nelle discipline complementari.
A noi spetta di continuare la storia.

Erus Sangiorgi
presidente della Fondazione Irma Romagnoli

Irma Romagnoli Fondazione

La Fondazione Irma Romagnoli ha sostenuto economicamente le iniziative di TING Spazzavento degli ultimi due anni; inoltre ha avviato progetti a sostegno di tutti gli esseri indifesi in Italia e nel mondo consultabili al collegamento www.fondazioneirmaromagnoli.org
Gradendo potrete collaborare devolvendo il vostro 5 x mille alla Fondazione Irma Romagnoli e diffondendo questo messaggio ad amici e conoscenti... vi ringraziamo.


La medicina naturale




 


La medicina naturale
L'altra faccia della medicina... quella naturale

Da dove vengono, come sono nate e come si sono sviluppate le diverse teorie e terapie che compongono il mondo delle medicine naturali?
La risposta sta nella stessa definizione: parliamo di “Medicine Naturali” perché è attraverso la natura, i suoi elementi, le sue leggi, la sua forza vitale che esse possono curare l’uomo e la sua sofferenza. Non a caso fin dall’antichità classica si parla di una “vis medicatrix naturae”, una energia curatrice della natura.
Le medicine naturali, o tradizionali, usano l’energia, le piante, i minerali, l’acqua, la terra, il respiro, in una parola gli elementi della natura e solo nei casi assolutamente necessari i prodotti di sintesi creati in laboratorio.
Questi ultimi, sicuramente indispensabili per trattare diverse patologie, sono inutili se non dannosi per molti disturbi che potremmo definire “fisiologici” o funzionali, e che si possono trattare con rimedi naturali.
È dunque necessario conoscere entrambi i sistemi medici, sapendosi avvalere di tutti i rimedi (farmaci o prodotti naturali) per scegliere di volta in volta quelli più adatti e sempre tenendo presente che ogni sapere medico è al servizio dell’uomo.
In oriente si sono affermati sistemi medici, come la Medicina Tradizionale Cinese e quella Ayurvedica, che hanno mantenuto le loro tradizioni attraverso i millenni fino ad oggi.
In Europa la medicina tradizionale è stata nei secoli più volte abbandonata e poi ripresa, perseguitata e poi rivalutata.
Fino a qualche decennio fa la farmacologia di sintesi, sostenuta da un approccio medico eccessivamente meccanicista, pretendeva di soppiantare del tutto il sapere medico tradizionale, che ora conosce invece una nuova fioritura combinando le conoscenze di un’antica saggezza con quelle che derivano da studi e ricerche contemporanei.


Breve storia delle medicine tradizionale e convenzionale

4000-3000 a.C. - Mesopotamia
La medicina è competenza esclusiva dei sacerdoti e degli indovini. Per spiegare le malattie, conoscerne la causa ed i rimedi, si praticano riti magici, cercando le risposte ad esempio nel volo degli uccelli, nelle volute del fumo, nelle macchie di olio versato nell’acqua. Generalmente prevale una interpretazione colpevolizzante: è il malato che con il suo comportamento ha attirato su di sé la collera e la punizione degli dèi. Come rimedi vengono usati balsami, minerali, piante, primitivi interventi chirurgici e soprattutto pratiche rituali.

2000 a.C. - Egitto
La civiltà fiorita lungo il Nilo avvia una prima sistemazione del sapere medico. Le conoscenze e le esperienze maturate nei secoli vengono raccolte, custodite e trasmesse da una casta di medici, considerati sacerdoti di primo grado. Non è raro che il mestiere di medico venga tramandato da padre in figlio. Si affermano le diverse discipline, con specialisti capaci di cavare denti, curare le malattie degli occhi, i disturbi allo stomaco, i dolori mestruali e persino la prostatite, usando un bastoncino di bambù come catetere. Accanto al medico inizia a delinearsi anche la figura dell’infermiere, ovvero dell’assistente che a vari livelli lo aiuta e assiste il malato. Accanto alle pratiche di origine magica, come rituali ed esorcismi, si affermano rimedi più specifici, come unguenti, colliri, decotti di erbe, polveri di minerali e parti animali da assumere per bocca. Risalgono a quest’epoca anche i primi laboratori alchemici per il trattamento e la purificazione dei metalli.

1000-500 a.C. - Grecia
A custodire e detenere il sapere medico nella Grecia preclassica sono i sacerdoti, che godono di una sorta di monopolio per quanto riguarda le cure dei malati. I rituali sono ancora parte integrante del percorso di guarigione. Le cure usate risentono dell’influenza egiziana.

500 a.C. - Grecia
Nella Grecia classica si afferma con Ippocrate (460-370 a.C) una sorta di laicizzazione della medicina, che non è più monopolio dei sacerdoti e viene insegnata nelle scuole. Ippocrate, del quale si dice che fosse iniziato ai segreti della natura, sviluppa il pensiero del filosofo Empedocle e stabilisce due fondamentali principi: “similia similibus curantur” e “contraria contrarii curantur”. Nella sua opera definisce altresì quattro elementi fondamentali, eterni, immutabili: aria – terra – acqua – fuoco. Ogni elemento ha un attributo o temperamento: fuoco > caldo; aria > secco; terra > freddo; acqua > umido. I primi due attributi vengono definiti “principi forma formanti”; i secondi due “principi materia materianti”. Ippocrate parla anche di umori circolanti e riconosce quattro particolari costituzioni: bilioso (collerico); sanguigno; melanconico; flemmatico.

100 – 200 d.C. - Italia
Galeno (129-370 d.C) introduce nella scienza medica lo scetticismo terapeutico: il processo curativo può essere accompagnato dall’intervento del medico, ma fondamentalmente è la natura, “medicatrix naturae”, che guarisce le malattie. A questa teoria Galeno arriva dopo una lunga serie di sperimentazioni e di studi anatomici, condotti anche sezionando i corpi degli animali. Egli introduce inoltre una nuova classificazione dei temperamenti, in relazione agli umori che circolano nel corpo umano. Umori già intuiti da Ippocrate. Questi ultimi sono quattro: bile gialla generata dal fegato che produce secchezza e collera; la bile nera prodotta dalla milza che genera umidita’ e melanconia;la flegma prodotta dal cervello che genera freddo e apatia; il sangue generato dal cuore che produce calore ed emotività. “Ogni organismo contiene 4 umori circolanti. C’è salute quando questi umori sono in giusto rapporto di mescolanza, di forma e di materia. Vi è malattia quando uno degli umori è in difetto o in eccesso. Quando uno degli umori si separa e rimane isolato si ammala il luogo dove abbonda e con esso tutto l’organismo. (De Rerum naturae) Galeno va ricordato anche per il suo impegno nell’organizzazione della sanità pubblica, di cui si conoscono in quest’epoca i primi avvii con l’istituzione della la figura del medico archiatra e l’introduzione dei ricettari. Altri celebri medici di questo periodo sono Dioscoride, Celso, Plinio.

500 – 1500 d.c. - Europa
In campo politico, sociale e culturale si afferma sempre più il ruolo della Chiesa. Per la medicina ciò significa una rigida canonizzazione, che ritiene di poter fare a meno dell’esperienza e delle ricerche non riconducibili ai testi cristiani. La chiesa si impone sempre più come il custode e l’arbitro della tradizione, assegnando i compiti medici ai frati dei conventi. Di questi ultimi resta prezioso il lavoro svolto come amanuensi: copiando e tramandando i testi classici essi hanno salvato anche gran parte delle conoscenze acquisite e destinate ad essere riscoperte a partire dall’Umanesimo del XV secolo. Durante gran parte del Medioevo, guaritori e “streghe” sono fatti oggetto di persecuzioni, mentre qualsiasi teoria innovativa viene guardata con sospetto. In questi secoli non si registrano particolari sviluppi in campo medico. Nel 1100 in Germania Santa Ildegarda (1098-1179) riprende le teorie ippocratiche e galeniche. Le piante vengono classificate in base alla loro natura (calde-secche, calde-umide, fredde-secche, fredde-umide) e curano “per-cotrario”,cosi’ che per esempio una patologia calda e secca andra’ trattata con cibi e piante di natura fredda e umida e viceversa.

1500 d.c. - Europa
È il secolo di Paracelso ( 1493-1541), che avvia una vera rivoluzione del sapere medico della sua epoca, ragione per cui viene accanitamente perseguitato dalla Chiesa. Alla teoria dei quattro elementi (Aria – Acqua – Terra - Fuoco), Paracelso aggiunge tre principi generatori (Zolfo – Mercurio - Sale). Introduce il concetto di Microcosmo e Macrocosmo dove l’essere umano è una riproduzione conforme dell’universo e cio’ che è in alto è come ciò che è in basso. Dedica buona parte delle sue ricerche allo studio delle piante, che vengono classificate seguendo il criterio delle signature, ovvero delle forme che in esse sono rintracciabili. Il principio al quale Paracelso si attiene è quello della analogia, arrivando alla conclusione che “il simile cura il simile”. La sua teoria medica prosegue con la definizione delle cinque entità delle malattie : entità degli astri- entita del veleno- entità naturale – entità spirituale – entità di Dio’.Al medico spetta la capacità di stabilire a quale entità appartenga quella determinata malattia. La fama di Paracelso contribuisce enormemente alla diffusione delle ricerche mediche e alla nascita dei laboratori alchemici, dove vengono studiate le proprietà mediche delle piante e dei minerali. Il suo pensiero conserva ancora oggi molti spunti di grande attualità per la medicina naturale.

1600 d.C.
Con Galileo (1564-1642), Cartesio (1596-1650) Newton (1642-1727), nasce e si sviluppa il pensiero deduttivo, improntato all’osservazione dei fenomeni e all’esperienza come verifica della teoria. In campo medico, compatibilmente con i divieti imposti dal Papa, riprendono impulso gli studi di anatomia. Particolare attenzione viene dedicata al sangue e al sistema che ne regola la circolazione. L’invenzione di uno strumento come il microscopio permette le prime osservazioni dei globuli rossi. Grande fortuna gode in questo periodo una pratica medica come il salasso,usato impropriamente come una panacea ,sicuramente utile nelle forme di “ispessatio” del sangue (sangue grosso). Contro la febbre viene largamente impiegata la china. Il pensiero medico, sia pure tra molte difficoltà, prende ad affrancarsi dall’oscurantismo e dal pregiudizio.

1700 d.C.
Dalla cosmologia alla medicina, domina il pensiero meccanicista, con la sua visione: causa – effetto. Pur nei suoi limiti, tale visione sta alla base della costruzione dei grandi sistemi di classificazione del mondo animale, vegetale e minerale, che costituiscono fino ad oggi una fonte irrinunciabile di notizie e informazioni. È in quest’epoca che vive e lavora Hahnemann (1755-1843) considerato il fondatore dell’omeopatia. Con questa scienza viene ulteriormente sviluppato e approfondito il principio dell’analogia, secondo il quale il simile cura il simile. Ogni sostanza medicinale provoca nell’uomo sano quei sintomi che puo’ curare nel malato. La corteccia della china nell’uomo sano provoca febbre con brividi e mal di testa, la stessa china diluita e dinamizzata cura la febbre con brividi e mal di testa. I rimedi per essere “attivi” secondo questo principio devono essere diluiti e dinamizzati (per succussione) in modo da liberare potenzialità latenti. Un rimedio alla 30CH di Camomilla, per esempio non conterrà piu’ nessun principio attivo ma solo l’informazione energetica della sostanza stessa. Ovviamente questo principio esula da qualsiasi ipotesi “scientifica“ secondo il pensiero meccanicista. Nonostante questa teoria sia stata e sia ancora molto osteggiata la sua diffusione nel mondo è stata esponenziale soprattutto nell’ultimo decennio.

1800 d.C.
La medicina si considera ormai completamente affrancata dagli impedimenti della religione e del pregiudizio, ma contemporaneamente inizia a profilarsi una chiara separazione dalle medicine tradizionali, le quali pure nel clima più laico di questi secoli avevano proseguito le loro ricerche. Il corpo umano diventa oggetto di studio disincantato e freddo, al pari di una pianta o di un minerale. Le accresciute conoscenze in campo chimico permettono di sintetizzare principi attivi in laboratorio. Il più famoso è l’aspirina, ottenuta partendo dalla corteccia del salice. Di grande interesse e attualità sono le teorie idroterapiche dell’abate Kneipp (1821-1897) che raccomanda l’uso di acqua e impiastri di piante medicinali secondo un sistema che ancora oggi è oggetto di studio nelle università tedesche. Contemporaneo a Kneip è Pasteur che dedica le sue energie alla comprensione, prevenzione e cura delle malattie infettive. Pasteur è l’inventore delle vaccinazioni con microrganismi vivi attenuati.

1900 d.C.
È questo il secolo in cui si compie il processo di istituzionalizzazione di quel ramo del sapere medico che sarà la medicina convenzionale. Questa si impone nelle università, diventa parte integrante della politica degli Stati e pretende esclusivamente per sé ogni competenza in fatto di diagnosi e terapie. Il mondo naturale viene sempre più trascurato come serbatoio di principi attivi, a favore dei farmaci di sintesi da produrre in scala industriale nei grandi stabilimenti. Un grande impulso a questo modello di sviluppo della ricerca medica è venuto dalla scoperta degli antibiotici, dei cortisonici, degli antinfiammatori, dei chemioterapici ecc. I danni derivanti dall’abuso del loro impiego, sotto la spinta degli interessi delle case farmaceutiche o del disinteresse di molti medici burocratizzati, sono oggi unanimemente riconosciuti. Alla pretesa monopolistica della medicina sopravvive però la fitoterapia, cioè lo studio dei principi attivi contenuti nelle piante, soprattutto grazie agli erboristi. A partire dagli anni 60’ sono proprio le erboristerie , i piccoli laboratori artigianali capaci di fornire prodotti di grande qualità,a rilanciare l’ interesse per la naturopatia. Negli anni 80’ e 90’ si diffonde la professione sia del medico “alternativo” sia del naturopata non medico, e “fioriscono” le scuole di omeopatia,agopuntura, shiatsu, naturopatia. Di questi anni vanno ricordati alcuni eventi significativi da includere nella “storia” moderna della naturopatia.

1984
Nasce il Centro Studi Ting Spazzavento, uno dei primi in Italia ad occuparsi di formazione ed educazione alla salute.

1992
Il Centro di Bioclimatologia Medica e Medicina Naturale dell’Università di Milano, diretto dal prof. Umberto Solimene, organizza, primo centro universitario in Italia ad occuparsi di medicine non convenzionali, il corso seminariale di perfezionamento in Tecnologie Biomediche e Medicina Naturale. Nel ‘98 si aggiunge il corso triennale di Agopuntura e nel 2000 quello di perfezionamento in Medicine Non Convenzionali e Tecniche Complemementari per medici, coordinati dal prof. Emilio Minelli. Dal 2001 sono attivati alla facoltà di Medicina corsi elettivi di introduzione alle medicine non convenzionali e tecniche complementari per studenti del 5° anno. Dal 2002 lo stesso istituto organizza un corso di approfondimento su alcuni aspetti della Naturopatia per operatori sanitari non medici. Alcuni operatori del Centro Studi Ting insegnano in questi corsi.

1996
Nasce il Centro di Metodologie Naturali (CMN), presso le Terme di Riolo (RA). È fra i primi in Italia ad avere una organizzazione clinica e collabora con il Centro di Bioclimatologia dell’Università di Milano per la ricerca clinica in terapie non convenzionali. Progettato dagli esperti del Centro studi Ting Spazzavento, è diretto dal prof. Erus Sangiorgi.

2000
In collaborazione con il Centro Natura di Bologna e con l’Istituto Olistico Italiano, nasce la Scuola per Assistente Sanitario Naturopata (ASN), progettata e realizzata con la consulenza degli esperti del Centro Studi Ting e diretta dalla dott.ssa Marcella Brizzi.

2003
La scuola di ASN di Bologna, riconosciuta dall’albo Statale Inglese dei Naturopati (British Complementary Medicine Association), certifica gli eccellenti risultati dei suoi primi diplomati abilitati ad esercitare in Europa. Le richieste di iscrizione al 1° anno 2003-04 della scuola di ASN superano il numero massimo di allievi ammessi.


Erus Sangiorgi


Bruce Lipton > La mente è più forte dei geni



 


Bruce Lipton > La mente è più forte dei geni
www.brucelipton.com



L'arte di perdere


  _L’ARTE È SEMPRE QUELLA_  

L'arte di perdere non è difficile da imparare; così tante cose sembrano pervase dall'intenzione di essere perdute, che la loro perdita non è un disastro. Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta il turbamento delle chiavi perdute, dell'ora sprecata. L'arte di perdere non è difficile da imparare. Poi pratica lo smarrimento sempre più, perdi in fretta: luoghi, e nomi, e destinazioni verso cui volevi viaggiare. Nessuna di queste cose causerà disastri. Ho perduto l'orologio di mia madre. E guarda! L'ultima, o la penultima, delle mie tre amate case. L'arte di perdere non è difficile da imparare. Ho perso due città, proprio graziose. E, ancor di più, ho perso alcuni dei reami che possedevo, due fiumi, un continente. Mi mancano, ma non è stato un disastro. Ho perso persino te (la voce scherzosa, un gesto che ho amato). Questa è la prova. 
E' evidente, l'arte di perdere non è difficile da imparare, benché possa sembrare un vero disastro.  

Elizabeth Bishop

KITCHEN ORCHESTRA trio live > CHIARITEI NE AROHA KE AROHA E AROHA





KITCHEN ORCHESTRA trio live > 25.1'012 @Bravo Caffè_BO


KITCHEN ORCHESTRA trio live!
orchestra pop-shamanica da cucina in ritual-concerto

" PER AMORE DELL'ACQUA e del BUON ANNO NEONATO "

MARCELLA BRIZZI
voce e chitarra

RITA GIRELLI
basso e voce

SARA ZACCARELLI
voce, clarino e percussioni

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25 gennaio 2012 ore 21:00

Bravo Caffè
via Mascarella 1 _ Bologna

gradendo prenotare per cena (non obbligatoria)
Tel: 051.266112
Cell: 333.5973089
web: www.bravocaffe.it
e-mail: info@bravocaffe.it

ingresso libero (con consumazione)... a presto!

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nb.
volendo essere aggiornati riguardo ai nostri eventi iscrivetevi alla pagina:
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ES, IO e SUPER-IO


iphigenia a lato mi guarda e sorride



son io son uno sono uno solo sono io
non sei tu non sei noi
sono uno uno solo
sono solo sono io